Più volte e in più occasioni gli amici pellegrini, volontari e operatori della Via di Francesco – vedendo il continuo interesse attorno al tema dell’accessibilità dei Cammini e il nostro operare su percorsi di fama internazionale come il Cammino di Santiago e quello di San Benedetto – ci hanno espressamente richiesto quando avremmo posto il nostro grande occhio su questo itinerario, da La Verna ad Assisi. Un percorso di circa 200 chilometri che in pochissimi anni ha raccolto migliaia di pellegrini in cammino verso la città natale del Poverello, di qualsiasi nazione, estrazione sociale, sesso, età e credo religioso.
Ci sarebbe piaciuto vedere anche nella lista “persone in qualsiasi condizione fisica” ma le poche con disabilità viste al sepolcro del patrono d’Italia erano quelle accompagnate, come se l’esperienza del Cammino francescano di fatto non fosse realizzabile da chi ha specifiche esigenze legate a una mobilità o a una sensorialità parziale o assente.
Ben presto ci siamo però resi conto che tutte le maggiori guide pubblicate in Europa sulla Via di Francesco non si limitavano a promuovere il tratto indicato, bensì parlavano di tracce francescane presenti già dal capoluogo fiorentino, lungo le foreste casentinesi fino al territorio camaldolese. Ulteriori 100 chilometri da Firenze a Chiusi di La Verna immersi in una natura appenninica incontaminata già pochi passi dopo aver lasciato la città Ghibellina alle spalle.
Quindi dovevamo predisporre la tracciatura di itinerari alternativi (asfalto, accessibile e mountain-bike/equestre), la loro mappatura e un viaggio evento per condividere il Cammino francescano. Percorsi che avrebbero dovuto tener conto anche delle proposte regionali sia della Toscana che dell’Umbria, recensire oltre 300 strutture ricettive e chissà quanti servizi lungo la via. Un grande impegno di risorse umane, oltre che economico. Se il primo eravamo pronti a programmarlo, sul secondo aspetto eravamo parecchio indietro coi lavori.
In questo ci è venuta in aiuto l’associazione On di Cuasso al Monte, incontrata anni prima per l’iniziativa Pulci Famose: una raccolta fondi attivata a nostro favore ma che mai aveva trovato progetto a cui esser destinata, rimanendo di fatto congelata nelle loro casse per molto tempo. L’incontro con il loro Consiglio Direttivo per raccontagli il nostro interesse verso Francesco d’Assisi fu galeotto per scoprire la grande devozione che molti di loro, per primo il loro testimonial – l’inviato di Striscia la notizia Max Laudadio –, avevano verso il Poverello. Fu cosi che trovammo i primi proventi per iniziare ad immaginare la data di inizio lavori.
Per la prima volta la Via di Francesco presto sarebbe stata un cammino per tutti.