Giacomo apostolo è detto il “Maggiore” per distinguerlo dall’omonimo Giacomo di Alfeo. Lui e suo fratello Giovanni sono figli di Zebedeo, pescatore in Betsaida, sul lago di Tiberiade. Chiamati da Gesù (che ha già con sé i fratelli Simone e Andrea) anch’essi lo seguono. Nasce così il collegio apostolico: come dice il Vangelo “Ne costituì Dodici che stessero con lui 15e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demoni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; poi Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananèo; e infine Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì.”
Pietro e Giacomo il Maggiore saranno testimoni della Trasfigurazione, della risurrezione della figlia di Giairo e della notte al Getsemani. La loro madre Salome, tra le cui virtù non sovrabbonda il tatto, chiese infatti a Gesù posti speciali nel suo regno per i figli che si dicono pronti a bere il calice che egli berrà. Così, ecco l’incidente: “Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono” e Gesù spiega che il Figlio dell’uomo “è venuto non per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti”.
Giacomo bevve quel calice e fu il primo apostolo martire, nella primavera dell’anno 42 d.C..
Il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa e fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Agrippa I, a cui suo nonno Erode il Grande ha fatto uccidere il padre (e anche la nonna) a Roma è poi compagno di baldorie del giovane Caligola, che nel 37 d.C. sale al trono e lo manda in Palestina come re. Un sovrano detestato perché straniero e corrotto che cerca popolarità colpendo i cristiani. L’ultima notizia del Nuovo Testamento su Giacomo il Maggiore è appunto il suo martirio.
Secoli dopo nascono su di lui tradizioni e leggende. Si dice che avrebbe predicato il Vangelo in Spagna e quando poi la penisola iberica cade in mano araba (sec. IX d.C.), si afferma che il corpo di san Giacomo (Santiago, in spagnolo) è stato prodigiosamente portato nel nord-ovest – in Galizia – e seppellito nel luogo poi notissimo come Santiago de Compostela. Nell’angoscia dell’occupazione, gli si tributa un culto fiducioso e appassionato, facendo di lui il sostegno degli oppressi e addirittura un combattente invincibile, ben lontano dal Giacomo evangelico (a volte lo si mescola all’altro apostolo, Giacomo di Alfeo). La fede nella sua protezione è uno stimolo enorme in quelle prove durissime e tutto questo ha un riverbero sull’Europa cristiana che già nel X secolo d.C. inizia i pellegrinaggi a Compostela.
Ciò che attrae non sono le antiche, incontrollabili tradizioni sul Santo in Spagna, ma l’appassionata realtà di quella fede, di quella speranza tra il pianto di cui il luogo resta da allora affascinante simbolo.