Paragonare l’aspetto economico di un cammino rispetto all’altro è uno dei più grandi errori che si possano commettere. Ogni paese ha la propria situazione economica, i propri regimi fiscali e come tale i propri lati positivi e negativi. Cose che a nostro avviso funzionano meglio in una nazione e peggio in un’altra non precludono la bellezza del camminare più in un luogo che nell’altro. Quindi in linea generale un cammino costa tanto quanto la vita in quel paese.
Ci sono cammini dove con circa 30/40 euro al giorno (€/g) riusciamo a coprire i pasti, magari sedendosi anche ad un tavolo di ristorante, a dormire al caldo anche senza utilizzare il nostro sacco a pelo, e cammini dove non bastano 150 €/g per gli stessi servizi.
Cosa fondamentale che non ci stancheremo mai di sottolineare è quella di non guardare alle ospitalità a offerta libera come all’occasione per fare un cammino a costo 0 (zero, gratuito), perché significa che di questa esperienza non si è capito nulla. E continuare a camminare non vi aiuterà di certo a migliorare. L’offerta dovrebbe essere commisurata a quanto si è ricevuto e consapevole del fatto che queste ospitalità sono in grado di mantenersi sempre aperte (senza deterioramenti) perchè sono state mantenute operative anche nei periodi in cui nessuno cammina. Non deve essere questa una riflessione secondaria.
In alcune di queste accoglienze si potrà ancora trovare sulla cassetta delle offerte l’iscrizione “lascia quel che puoi, prendi quel che ti serve”, per coloro che davvero non hanno pane per i denti, non ha la possibilità di comprarsi un paio di scarpe adeguate e sicuramente non viaggiano con cellulare in tempi in cui nello zaino spesso si hanno “più telefonini che mutande”.