La Strada delle Abbazie, un percorso e un'opportunità per tutti

La Strada delle Abbazie, un percorso e un’opportunità per tutti

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C’erano davvero tanti stimoli e scoperte a Fa’ la cosa giusta!, la fiera del consumo e stili di vita sostenibili che si è appena conclusa a Milano. Per noi di Free Wheels è stata un’occasione per imparare molto, oltre che di far conoscere quello che facciamo. Per tre giorni il nostro stand è stato aperto ininterrottamente a tutti coloro che volevano incontrarci, e anche questa volta abbiamo trovato attenzione, nonostante i punti di attrazione fossero tanti. Sarà stata l’handbike super innovativa, a richiamare le persone, o la torta di mele di Tiziana?
E per tre giorni, Free Wheels ha partecipato agli incontri organizzati Piazze di Fa’ la cosa giusta! dove venivano approfondite le novità sul mondo dei cammini e dell’outdoor. Li raccontiamo iniziando dall’ultimo, quello di domenica pomeriggio, con la presentazione di una Guida e di un percorso che ci riguarda molto da vicino.

C’è, infatti, un nuovo itinerario, alle porte di Milano, dove perdersi in paesaggi agresti per uno o più giorni. Si chiama “La Strada delle Abbazie”, e consente di immergersi in una realtà rallentata a pochi passi dalla città più frenetica d’Italia. Di visitare 7 abbazie, gioielli artistici e architettonici ma anche e soprattutto luoghi dove respirare uno spirito religioso e trovare accoglienza. Di riscoprire la storia del territorio, che proprio i monaci, bonificandolo secoli fa, contribuirono a cambiare. Di inalare il senso di pace che arriva da ambiente rurale, oasi naturalistiche, antiche cascine.

La Strada delle Abbazie, un percorso e un'opportunità per tutti
Il percorso

Godere di tutto questo è un’opportunità aperta a tutti, perché i 117 chilometri sono interamente percorribili (in alcuni casi, grazie ad alcune varianti) anche da persone a mobilità ridotta. Free Wheels, quindi, non poteva che essere partecipe alla presentazione della Guida “La Strada delle Abbazie”, di Caterina Barbuscia, Valeria Beretta e Denis Trivellato, appena pubblicata da Terre di mezzo Editore. Le due autrici, insieme a don Massimo Pavanello, responsabile del Servizio per la Pastorale del Turismo e dei Pellegrinaggi dell’Arcidiocesi di Milano, a Damiano Meleleo, Responsabile Servizio Turismo Città Metropolitana di Milano, e a Pietro Scidurlo e Luca Dei Cas, di Terre di mezzo Editore, hanno descritto un passato che oggi è difficile da immaginare e un presente che viene voglia di conoscere subito, caratterizzato dalla parola “inaspettato”.

La Strada delle Abbazie, un percorso e un'opportunità per tutti
La presentazione a “Fa’ la cosa giusta!”

È inaspettato che alle porte della capitale economica d’Italia ci sia un paesaggio agricolo in cui camminare per 6 giorni nel silenzio dei campi, tra terreni coltivati e navigli. Un tempo, ricorda don Massimo, questi erano luoghi paludosi ed è stata l’opera dei monaci che, bonificando il territorio, ne ha cambiato non solo il destino ma il tessuto e le relazioni sociali. Ripercorrerlo oggi e sostare nei sette luoghi dove ieri vivevano e operavano i frati e dove oggi c’è sempre qualcuno che apre a chi bussa sottolinea la connotazione religiosa di questo itinerario. Percorrerlo, in tutto o in parte, porta chi lo attraversa “a incontrare persone che tengono i piedi sulla Terra e gli occhi levati al cielo”.

Alcune delle sette abbazie sono state una scoperta per le stesse autrici, esperte camminatrici nonché fondatrici dell’Associazione iCaminantes, e ancora di più lo sono molti altri angoli, come il Santuario di Santa Maria della Fontana, del XV secolo. Il progetto, spiegano, permette anche di entrare in contatto con una porzione del territorio milanese sconosciuta ai milanesi stessi, e con la sua storia. Perché, a proposito di inaspettato, fu la fondazione delle Abbazie, con l’abbattimento dei boschi, l’estensione dell’agricoltura e della necessità di irrigazione intensiva, a determinare l’invenzione di quel particolare sistema di stagionatura da cui deriva il Grana Padano.

 

Quando, nei sopralluoghi per scrivere la Guida, Caterina e Valeria segnalano che il percorso è adatto alle biciclette, a Terre di mezzo si rendono conto che è adatto anche ai mezzi spinti da propulsore elettrico. Qui entra in campo Pietro Scidurlo, che per primo con Terre ha pubblicato una Guida su un Cammino accessibile. E quando si scrive una Guida su un cammino si finisce per fare sempre un lavoro di completamento dell’accessibilità stessa. Non basta che una strada o un sentiero sia percorribile da un mezzo a ruote, se i servizi e le strutture ricettive non sono adeguate. “Bisogna prima vedere sul percorso quali sono i punti critici e come superarli, poi capire dove le persone con esigenze di accessibilità possono fermarsi”.

Da parte della Città Metropolitana, assicura Damiano Meleleo, c’è già un lavoro in corso di classificazione delle strutture ricettive, e l’Ente si ripromette di intervenire perché tutte e sette le abbazie siano completamente accessibili. Qualche intervento da fare c’è e per saperlo basta sfogliare le pagine della Guida: le indicazioni sono talmente accurate da segnalare, utilizzando il classico simbolo nei diversi colori del semaforo, il grado di accessibilità dei punti da visitare. E a volte basta un vialetto di ghiaia perché il colore diventi giallo, quindi ben venga l’impegno della Città, che ricorderemo.

 

La Strada delle Abbazie, un percorso e un'opportunità per tutti
Una rampa di accesso – Klick’s on ways 2022

Rendere un itinerario fruibile anche alle persone a mobilità ridotta implica un lavoro lungo e faticoso anche quando il più – in questo caso la strada – sembra fatto. Se ne sono accorte le autrici. “Far rendere conto alle strutture che non sono adatte – racconta Caterina – è stata forse la parte più difficile. Persino alcune appena costruite non lo sono, e non lo sanno. Per me è stato estremamente educativo. Bisogna entrare in un’ottica di lavoro in questa direzione. E anche rompere le scatole”.