Klick’s on ways 2023, tutti i partecipanti alla traversata del Veneto
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Manca davvero poco alla partenza, e loro sono occupatissimi a preparare gli zaini. I viaggiatori di Klick’s on ways si stanno scambiando da giorni, sulla chat di gruppo in whatsapp, idee e consigli su cosa serve e cosa lasciare a casa, sui vini da assaggiare lungo il percorso, su come attrezzarsi contro la pioggia (per fortuna ci sono gli sponsor tecnici!). Alcuni non si sono mai incontrati ma di fatto già si conoscono, e la corrente di positività, curiosità ed entusiasmo che già scorre tra di loro nello spazio ristretto di un telefonino a breve diventerà esperienza vissuta e condivisa.
Qui parliamo soltanto di loro. Di chi sono, del perché si sono messi in gioco.
Iniziamo, e proseguiamo in ordine assolutamente casuale, da Michele Celebrin, 38 anni, che ha partecipato alla prima edizione di Klick’s on ways, in Emilia Romagna, e nei mesi scorsi ha lavorato intensamente all’organizzazione della traversata del Veneto. In carrozzina a causa di una malattia neurodegenerativa che gli consente di camminare solo per brevi tratti, ha comunque girato il mondo ed ha lo spirito
Michele Celebrin
del viaggiatore. Molto attivo nella costruzione di Cammini accessibili, pratica la vela, che è un’occasione di sport e amicizia nonché un’ulteriore occasione per saziare la sua voglia di conoscere. Sarà perché è nato e vive a Monastier di Treviso, ma sa tutto sulla sua regione e se durante il percorso verranno scoperte delle autentiche chicche il merito è anche suo.
Per Sabrina Pili, da Cagliari, questa invece non è solo la sua prima partecipazione a Klick’s on ways ma, a 57 anni, il suo primo Cammino. Perché no? Già pregusta di rivedere le bellezze del Veneto, che l’hanno impressionata anni fa e delle quali conserva un ricordo vivissimo.
Sabrina Pili
Fece quell’esperienza camminando, perché la malattia degenerativa lo rendeva ancora possibile. Questa la farà con carrozzina e klixon klick, e non vede l’ora di viverla e condividerla con nuovi compagni di viaggio e con la figlia, che viaggerà in pulmino occupandosi di logistica. Da sempre attiva sulle tematiche dell’inclusione, in particolare nel rapporto con lo sport, sogna per la sua Sardegna un Cammino accessibile a tutti. E c’è da scommettere che insisterà finché non verrà realizzato.
Se tutto questo avviene, è prima di tutto colpa sua: Pietro Scidurlo, da Somma Lombardo (Varese). L’uomo impossibile da frenare. Dieci ne fa e mille ne pensa. Da piccolo andava in giro con una mini moto che si chiamava Ranocchio. Oggi, con la scusa di Klick’s on ways, attraversa ogni anno una regione d’Italia con gruppi di amici in sedia a rotelle + propulsore elettrico (il Klick, appunto) o in bicicletta, e sta già pensando a quale regione scegliere per il 2024, costruendo, ove necessario, l’itinerario per tutti. E’ un sognatore che non solo traduce in realtà i propri sogni ma anche quelli degli altri.
Angiolino Castioni, invece di starsene a Verona a giocare con i 3 nipotini inforcherà la bicicletta e parteciperà per la seconda volta a Klick’s on ways. 60 anni, poliziotto in pensione, appassionato di Cammini, è nel Comitato direttivo della Via Romea Germanica Imperiale. Vive la sua passione anche dall’altro lato della barricata, quello dell’accoglienza, nonostante si definisca un orso: è Ospitaliere volontario per Accoglienza Pellegrina e per la spagnola Hosvol. Da 3 anni cammina con gli amici di Free Wheels, è orgoglioso di attraversare insieme a loro la sua terra e invita tutti a seguire il gruppo perché l’itinerario è strepitoso, bellissimo.
Angiolino Castioni e Pietro Scidurlo
Ignazio Drago è il siciliano del gruppo, quello che viene da più lontano. Orgogliosamente 60 enne – sulla carta d’identità ma non nella testa – e orgogliosamente nativo di Scicli, la Vigata del set del Commissario Montalbano. A 41 anni è finito in carrozzina per una caduta in mountain bike e da allora si mette sempre in gioco. Ingegnere e insegnante, dopo una fase di scoraggiamento ha ricominciato a viaggiare e ha scoperto il fascino dei Cammini. Ha coinvolto in Klick’s on ways molti klick riders e ogni anno fa queste traversate per dimostrare che tutto si può. E’ impaziente di essere in Veneto per perfezionare le parole venete che gli amici gli hanno insegnato e per impararne di nuove.
Ignazio Drago
Anche Jesusleny Gomes partecipa per la prima volta, e nonostante il gruppo non sia ancora partito tutti già la trattano come un’amica di vecchia data, prese in giro comprese. Ha attraversato 574 comuni del Veneto a piedi ma si è talmente innamorata del progetto che viaggerà in bici elettrica, una Harley, facendo ogni tanto brum brum con la bocca per avere l’illusione di essere sulla sua fantastica moto, anch’essa una Harley Davidson. Oltre a pedalare, popolerà i social di post che sanno essere professionali e all’insegna dell’allegria. Brasiliana di nascita ma veneta di adozione, tre figli che le somigliano molto, si occupa di relazioni istituzionali e vive tra la Germania e il Veneto ma è, sostanzialmente, una cittadina del mondo che, ovunque vada, porta una risata e un sorriso.
Pietro Martire ha 44 anni, abita a Dolo (Venezia) ed è in sedia a rotelle dal 2004 a causa di uno scontro durante una partita di calcio. Da lì è iniziato il suo secondo tempo, ricco di vita. Sposato con Paola dal 2010, ama i cani e partecipa, per la seconda volta, a Klick’s on ways perché crede nell’inclusione – su questo è attivamente impegnato nel territorio – ed è sempre a caccia di nuovi stimoli. Pratica o ha praticato hand-bike, rafting, sci, si è buttato 4 volte con il paracadute e da un anno e mezzo si è appassionato al tennis tavolo, nel quale gareggia a livello agonistico. Un altro membro del club di quelli che non stanno mai fermi.
Pietro Martire e Jesusleny Gomes
Samuele Brambilla, di Sulbiate (Monza-Brianza), con i suoi 23 anni è di gran lunga il più giovane del gruppo. Partecipa per la prima volta a Klick’s on ways perché ama le sfide e le cose nuove ed è curiosissimo di vedere come andrà e di conoscere più da vicino il Veneto, di cui finora ha visto qualche città ma senza inoltrarsi nel territorio. E’ sicuro che questa esperienza lo aiuterà a crescere, a diventare più autonomo, e conta molto sull’esperienza dei compagni di viaggio, perché per lui è, in assoluto, il primo Cammino. Anzi, per usare le sue parole, è un debuttante.
Samuele Brambilla
Manuel Giuge, 37 anni, vive a Martellago ed è un altro che è impossibile vedere fermo. Campione italiano di parakarate, ha trasmesso alla figlia, che lo accompagnava agli allenamenti, la passione per questa disciplina, e spesso partono insieme per gareggiare (e anche vincere). Prima si era cimentato con hockey e calcio, in una Polisportiva estremamente aperta all’inclusività. Di recente ha provato anche il tennis tavolo ma sospettiamo che gli piaccia di più il paracadutismo. In sedia a rotelle da quando aveva 30 anni, ha scoperto un mondo in cui le persone sono più forti.
Partecipa per la seconda volta a Klick’s on ways, che si concluderà nella sua città natale, Venezia, dove ogni anno partecipa alla Venicemarathon, che bisogna fare almeno una volta nella vita perché traversare la città è un’esperienza che tutti devono vivere.
Manuel Giuge
Emanuele Cibin ha fatto di tutto, tranne – per ora – il lancio con il paracadute, ma solo perché non ha tempo. Subacqueo, ha allenato squadre di basket in carrozzina ed ora è passato a quelle di rugby. Per anni ha praticato hockey insieme a Manuel, e quando ha saputo che il suo amico avrebbe partecipato alla prima edizione di Klick’s on ways ha detto “che figata, vengo anch’io“. Ma lo fa, soprattutto, perché per lui nel Cammino è più facile trovare spirito di fratellanza. Arrivando, durante la traversata, ad Eraclea, la città dove vive, spera di far vedere in concreto cosa si può fare se si creano le condizioni giuste e di contribuire a tirare la gente – quella che teme di non poter affrontare un Cammino – fuori di casa, anche con l’aiuto delle Amministrazioni che lui, continuamente, sollecita.
Emanuele Cibin e Jesusleny Gomes
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