Oggi vorrei parlare di cosa rende possibile Klick’s on ways, l’iniziativa di esplorazione del territorio e di promozione dei Cammini accessibili che, come Free Wheels, organizziamo ogni anno. Dal 19 al 26 maggio 10 persone, di cui 8 a mobilità ridotta, hanno attraversato il Veneto da ovest a est. Tantissimi articoli e servizi radio e tv hanno raccontato di loro, del loro coraggio e della loro voglia di mettersi in gioco. In sedia a rotelle o in bici – due splendide Harley-Davidson elettriche – sono stati, sono e spero lo saranno nelle prossime edizioni, straordinari compagni di viaggio. E c’è molto da raccontare anche su chi non è comparso sulle strade ma è, tanto quanto loro, determinante per la riuscita di questo fantastico viaggio.
Il sostegno che grandi realtà come Gattinoni e Fondazione Mazzola danno a Free Wheels è come la regia di un film: non visibile ma essenziale. Sostenibilità, inclusione, passione per i viaggi e per la conoscenza del mondo sono fili che ci legano fortemente e che motivano l’apporto continuativo che riceviamo da loro, senza il quale ogni anno Klick’s on ways non potrebbe superare la fase progettuale. Per questo abbiamo chiesto loro la cosa più semplice: perché avete creduto in noi?
Il Gruppo Gattinoni nasce da un’iniziativa di Franco Gattinoni – attuale Presidente. L’agenzia di viaggi che lui aprì nel a Valmadrera (LC) nel 1983 oggi è una delle realtà leader in Italia nel settore dei viaggi, del Business Travel e degli eventi aziendali. Dal 2005, attraverso l’associazione Un Mondo di Amici Onlus, si impegna attivamente a sostenere diversi progetti sociali. Uno di questi è Klick’s On Ways “perché per il Gruppo Gattinoni – sottolineano – un viaggio diventa davvero speciale quando si è liberi di scegliere la propria strada e godersi il mondo a modo proprio e con la piena inclusività”.
Fondazione Mazzola nasce nel 2018 dalla volontà della famiglia Mazzola e promuove lo sport come strumento di inclusione sociale ed economica per le persone in condizione di disabilità. Il loro impegno è trasformare i contesti sfavorevoli in opportunità nuove, dove la pratica sportiva rafforza la salute, il benessere e l’empowerment delle persone. “Abbiamo sostenuto il progetto – spiegano – perché ci piace pensare che dopo un gruppo di esploratori, capitanati da Pietro Scidurlo, ci possa essere un numero maggiore di viaggiatori che vogliano ripercorrere lo stesso percorso grazie alle informazioni e all’esperienza condivisa. Le barriere non sono solo sul terreno, ma a volte semplicemente informative: dare visibilità a questi progetti è una delle nostre priorità”.
Altro elemento invisibile ed essenziale è quello del tempo. Il tempo dei volontari, che alimentano il sito, realizzano i video, guidano il pulmino di supporto, danno una mano nella prenotazione degli alloggi e nell’assegnazione dei posti letto, caricano e scaricano i bagagli, confermano gli appuntamenti. Ma anche il tempo che ci viene concesso: un grazie particolare a Terre di mezzo Editore, che non solo offre al progetto un importante supporto mediatico ma, dandomi le ferie, ha fatto a meno di una risorsa proprio nei giorni di un innovativo progetto organizzato in Sicilia. Lo stesso grazie va ai datori di lavoro dei miei compagni di viaggio.
Ogni giorno abbiamo camminato tra le 6 e le 9 ore all’aperto, anche sotto la pioggia o, al contrario, sotto un sole quasi estivo. Abbiamo dormito su brandine in oratorio, girato luoghi senza punti di rifornimento d’acqua, tenuto tutto il giorno le mani sui manubri delle sedie a rotelle o delle bici. E – come ben sanno tutti i camminatori e gli appassionati di trekking – le lunghe distanze, gli imprevisti, le condizioni dell’ambiente o del meteo sono un’altra cosa se puoi affrontarli con un’attrezzatura adeguata. E ce ne è voluta parecchia.
Vestiario e accessori che ci servivano per cambiarci la sera, trasportati dal pulmino di appoggio, sono stati comodamente stivati nello zaino Atmos AG da 50 litri della Osprey Europe, che nei concitati trasbordi quotidiani è stato sottoposto ad una bella prova di resistenza. Durante le tappe, abbiamo utilizzato un modello più piccolo, l’Hikelite da 26 litri, sempre della Osprey, con un’ottima copertura antipioggia di cui spesso, purtroppo, abbiamo sperimentato l’efficacia. A prova sia di caldo che di pioggia sono state le scarpe 9.81 Bolt 2.0 fornite dalla Garmont, con suola Michelin® Free Cross a mescola morbida, per migliorare l’aderenza e l’ammortizzazione, e con plantari anti-sudore e anti-odore che sono decisamente una manna, soprattutto quando si deve dormire in parecchi nella stessa stanza. E se qualcuno si chiede come mai sono importanti le scarpe per chi viaggia in sedia a rotelle, non dimentichiamoci che, oltre agli agenti atmosferici, chi percorre strade e sentieri è sottoposto a notevoli sobbalzi, e più la scarpa è in grado di ammortizzarli – e queste, vi assicuro, lo sono – meno se ne risente a fine tappa.
Sempre a proposito di pioggia, sono state provvidenziali le giacche Agua della Redelk Outdoor, che ci hanno ben protetto senza causarci il problema della condensa, che invece affliggeva le nostre gambe, riparate alla meglio con buste di plastica. Alla Redelk Outdoor, che come Garmont e Osprey Europe ci ha sostenuti in entrambe le edizioni di Klick’s on ways, dobbiamo dire grazie anche per le bandane che ci hanno protetti nei giorni di sole, le magliette tecniche che trovi asciutte il giorno dopo, oltre che con delle borracce super capienti e termostatiche.
Articolo indispensabile, non a caso quello che dà il nome all’iniziativa, è il Klick. Prodotto da Klaxon Mobility GmbH, azienda austriaca leader nel settore e partner di progetto, offre a chi viaggia in sedia a rotelle la possibilità di muoversi in totale autonomia, anche in tratti tecnicamente complessi. Questo dispositivo, che si monta e smonta con facilità (noi di Free Wheels diremmo in un Klick) ed è studiato per occupare poco spazio in macchina, dota la carrozzina di un motore elettrico che consente di percorrere lunghi tratti, o tappe di un’intera giornata, in totale autonomia, e di affrontare percorsi off road. Quando aggancio il Klick e parto mi sento libero. Anzi, lo sono!
E non erano solo i viaggiatori a essere su ruote di ausili in pieno stile green, perché grazie a Onova Green Mobility i nostri videomakers potevano raccogliere materiale digitale in presa diretta grazie al monopattino Segway ES4 Professional. Siamo passati dal farci rincorrere a piedi o dall’intercettarci sul percorso, come nella prima edizione, ad averli quasi sempre con noi, qualcuno potrebbe dire “a tiro di ruota”, e grazie a questo prezioso supporto la narrazione per immagini che ne uscirà sarà qualcosa di eccezionale.
Nei momenti di relax e negli incontri pubblici, ci ha fatto piacere indossare qualcosa di più elegante. Grazie quindi a Gattinoni, per le splendide felpe nere, e a SmartMix, che ha fornito dei coloratissimi zainetti della Bagful personalizzati con il logo Klick’s on ways, perfetti per muoversi in città e le cui vendite sul sito di smartmix.it sostengono Free Wheels, destinataria di parte dei proventi.
Attraversare un territorio e non assaporare ciò che la sua terra produce equivale a non fare il viaggio e un territorio come il Veneto offre eccellenze che non potevano non essere coinvolte e che hanno raccolto da subito il guanto di Klick’s on ways: ci riferiamo al Consorzio Valpolicella, alla cantina Tonidoro, a Coop Alleanza 3.0, a XBeer di Dolo e all’Oasi pub e Al Braciere di Eraclea, e non in ultimo alla Via Romea Strata che in più occasioni hanno messo in tavola l’oro regionale facendoci intraprendere un altro tipo di viaggio, attraverso il gusto, la cultura e la storia di una terra fatta di sapori ineguagliabili.
E, alla fine del viaggio, come giungere a Venezia senza il supporto della Marina Punta Passo e della Darsena di Campalto? Ci hanno riservato in esclusiva una barca accessibile che ci ha regalato l’emozione di arrivare, tutti insieme, con il vento in faccia e i palazzi della città più particolare del mondo davanti agli occhi, a piazza San Marco.
Lungo il viaggio, i sostegni piccoli e grandi ma concreti sono stati innumerevoli, da chi ci ha fatto dei doni da portare a casa, a chi ci ha regalato ciliegie appena colte o ci offriva delle degustazioni; da chi ci ha ospitato nelle sagre o ci ha mostrato e raccontato tesori d’arte a chi ci ha donato zaini per qualche viaggiatore che, da buon turista, aveva raccolto lungo il percorso troppa roba; a chi ancora ha donato fondi perché progetti come Klick’s on ways non tramontino con facilità. E ci riferiamo a tutte le Amministrazioni Comunali toccate e che ci hanno accolto, alle Unità spinali di Negrar e a quella di Motta di Livenza, alle Parrocchie di Negrar, alla Fondazione Verona Minor Hierusalem, alla Sagra dei Bisi di Colognola Ai Colli, a Cavalli in Villa, alla Ciclabile Treviso-Ostiglia, al Cammino di Sant’Antonio, all’associazione Oltre il Muro e alla Banca Annia di Dolo, alla BCC Pordenonese e Monsile, all’associazione Terre dell’Abbazia di Monastier, alla cooperativa Provate Scs, all’Unione delle Pro Loco del Veneto, alla Cantina Le Carline e al Distretto BioVenezia, a Si.di.ma e Ai.dima, nonché a tutte le comunità che ci hanno accompagnato lungo il Cammino, come quella di Motta di Livenza e che ci hanno aperto cuore e casa.
Grazie a tutti loro, perché viaggiare, conoscere, accedere è anche questo.